mercoledì 30 dicembre 2020

Perdas de fogu - Massimo Carlotto & Mama Sabot - Recensione a cura di Stefano Cassini


Pierre Nazzari è un disertore che, per evitare la galera, accetta di fare "lavori sporchi" in operazioni segrete. Costretto a lavorare per un'organizzazione parallela, al comando dell'ex finanziere Tore Moi, si trova a dover spiare la veterinaria Nina, impegnata a cercare gli effetti dell'inquinamento bellico nelle terre attorno al poligono militare di Salto di Quirra. I due si conosceranno e finiranno in mezzo alle lotte intestine fra politici senza scrupoli e servizi segreti deviati.  

Ottimo libro d'inchiesta dove Carlotto e il collettivo Mama Sabot ci offrono spunti di riflessione, che si possono definire attuali, in un noir ricco di colpi di scena. Si resta attaccati alla lettura grazie anche alla formula usata dall'autore e i suoi "complici": non ci sono capitoli. A mio avviso una tecnica efficace.

Perché ho deciso di leggere ora un libro di dodici anni fa?

Ammetto che di Carlotto non avevo ancora letto nulla e di questo romanzo avevo sentito parlare quando conobbi, letterariamente, Ciro Auriemma che con altri autori del calibro di Renato Troffa (suo partner anche in altri lavori come "Piove deserto), Piergiorgio Pulixi (qui chiamato Pulisci, forse perché più "leggibile"), Francesco Abate (già collaboratore di Carlotto in altri lavori) e altri che in questa occasione erano all'esordio letterario (come lo stesso Auriemma), formava il collettivo Mama Sabot.

Dopo aver letto. "Piove deserto", devo dire che questo libro ha confermato le mie aspettative.  

La versione di Fenoglio - Gianrico Carofiglio - Recensione a cura di Stefano Cassini


L'autore, tramite il maresciallo Pietro Fenoglio, ci conduce nelle pieghe di quelle "leggi non scritte" che regolano il mondo delle investigazioni delle forze dell'ordine e lo fa raccontandole al giovane Giulio, che Fenoglio conosce durante una delle sessioni di riabilitazione in palestra, alle quali si deve sottoporre per curare un'artrosi all'anca.

Inizialmente persino lui, uomo navigato e ormai poco incline allo stupore, si sorprende per la facilità con la quale entra in confidenza con quello che potrebbe essere suo figlio, ma qualcosa gli fa capire che dietro quel carattere introverso c'è un'anima intelligente e vogliosa di imparare.

Erano anni, lo ammetto, che desideravo leggere Carofiglio ma, chissà perché, non mi decidevo ad acquistare una sua opera; ho scelto senza influenze esterne questo libro e conoscendo l'autore, per averlo visto diverse volte nei programmi televisivi, mi è sembrato che la voce narrante (Fenoglio) fosse proprio la sua: pacata nel racconto, precisa nei dettagli e mai con il fare eroico di chi sa di aver "sconfitto" i cattivi.

La sovrana lettrice - Alan Bennet - Recensione a cura di Veronica Orlandini


 

Ho avuto la fortuna di “incontrare” Alan Bennett grazie a un altro suo romanzo breve: “La signora nel furgone”. Esilarante. Uno spaccato di come è suddivisa la società (tanto negli anni Ottanta quanto ora) e di quello che le persone possono arrivare a fare se trasportate in un libro.

Se poi aggiungiamo che la storia della signora nel furgone è una storia vera beh, allora mi permetto di dire che Bennett (per mia opinione) ha raggiunto il massimo della sua espressione letteraria nel contesto del romanzo. 

L’ironia, la simpatia di sottofondo, il parlare di fatti “incredibili” come se fossero assolutamente ordinari, ho avuto la gioia di ritrovarli in questo libro: La sovrana lettrice. Veloce, pungente, avvolgente e dai toni occasionalmente tristi...è un libro adatto a tutti e per qualsiasi momento inoltre, come ogni altra opera di Bennett, fa anche riflettere su come le cose possano essere completamente diverse cambiando solo un dettaglio. 

Preparatevi a ridere o perlomeno, a sorridere.

giovedì 17 dicembre 2020

Canto di Natale – Charles Dickens - Recensione a cura di Eleonora Zaffino







Eccoci davanti a un testo  che è un vero classico della letteratura, oltre che delle letture a tema natalizio. La storia è arcinota: nell’Inghilterra del diciannovesimo secolo, la notte di Natale, il vecchio Scrooge, uomo avaro, non solo di denaro ma anche nei sentimenti, ha un inquietante incontro col fantasma del suo defunto socio Marley. Costui lo mette in guardia dalle conseguenze che, il modo in cui ha scelto di vivere avrà su di lui e gli preannuncia la visita di tre spiriti.
Ognuno di essi lo accompagnerà in un viaggio che lo metterà a confronto col suo passato, presente e futuro. Questa esperienza riporterà in superficie i ricordi che il protagonista aveva sepolto nei recessi della sua memoria, gli farà ricordare di quando era un bambino povero e triste.
Pur salvato dall’amore di sua sorella, vivrà come un’ossessione il bisogno di diventare ricco per riscattarsi da un doloroso passato di miseria e abbandono. Questa scelta gli costerà cara e lo porterà prima a perdere sua moglie e poi a diventare, sempre di più un uomo detestato da tutti. Messo infine davanti a quello che avrebbe potuto essere il suo futuro, se non avesse cambiato il proprio approccio alla vita, capirà i suoi errori e cercherà di porvi rimedio, scoprendo quindi la gioia: un sentimento a lui sconosciuto fino a quel  momento.
Ma poi: chi è Scrooge?
Siamo tutti noi. Ogni volta che non siamo felici di quello che abbiamo e ci concentriamo su ciò che, crediamo, ci manchi. Quando trascuriamo le persone care perché pensiamo di non avere tempo per loro o ci perdiamo in inutili rancori sprecando le nostre preziose energie. In ogni momento in cui ci neghiamo qualcosa convinti di non potercela permettere.
Se riusciremo a comprendere che il nostro bene e quello altrui non possono essere in conflitto perché sono, in realtà, la stessa cosa, staremmo tutti molto meglio. Sarebbe bello riuscire a esserne consapevoli un po’ prima di arrivare all’età del nostro Scrooge. Ora voi potreste dirmi che questi sono concetti noti e risaputi e avreste ragione. Saperlo è facile. È metterlo in pratica il difficile. Però ci possiamo provare.