mercoledì 5 maggio 2021

Ho fatto la spia - Joyce Carol Oates - Ed. la Nave di Teseo - Recensione a cura di Veronica Orlandini


 

Violet Rue Kerrigan ha 12 anni ed è la più giovane di una numerosa famiglia proletaria, di origini irlandesi, che vive a South Niagara. È la preferita del padre, un uomo duro che governa la famiglia con pugno di ferro.

Una sera i due fratelli maggiori, investono ubriachi un diciassettenne afroamericano, lo colpiscono con una mazza da baseball e lo lasciano agonizzante sul ciglio della strada.

Violet sa quello che hanno fatto, ma tutti, le intimano di tacere e quando, involontariamente, racconterà tutto al preside e alla polizia, sarà cacciata di casa perché colpevole di un peccato imperdonabile: ha tradito la sua famiglia.

Dopo l’ostracismo familiare, per Violet comincerà un lungo viaggio fatto di nostalgia, dolore, continui tentativi di fuga e molestie. Non si arrenderà mai, nel tentativo di riavvicinarsi alla sua famiglia sperando di essere perdonata, soprattutto dal padre che da bambina, l’aveva amata così tanto.

Assaporerà il gusto amaro dell’umiliazione ma scoprirà anche di avere una forza d’animo più potente di quanto avrebbe mai immaginato e che è grazie a quella forza, che è sopravvissuta.

 Ho fatto la spia è uno di quei romanzi che io definisco “a tutto tondo “, non solo per  stile e lessico usati ma soprattutto per le tematiche toccate e così ben amalgamate tra di loro:

- l’integrazione razziale vista dal classico punto di vista, gente di colore vs gente bianca, ma anche dal fatto che pure tra i bianchi, ci sono degli immigrati; ad esempio gli irlandesi,

- la differenza tra status sociali,

- la sottomissione della donna all’uomo, così chiara nei personaggi dei coniugi Kerrigan,

- l’importanza del proprio sangue, delle proprie radici che in questo libro lascia un senso di soffocamento,

- infine le tematiche della pedofilia, degli abusi sessuali e dello stalking che alimentano il disgusto verso se stessa che Violet già prova.

Un romanzo crudo, veritiero e profondo che ci obbliga a porci delle domande anche scomode ma che pretendono di essere ascoltate e ricevere risposta, mentre si viene avvolti dal vapore che sale dalle Cascate del Niagara.

Un romanzo che una volta finito, non dimenticherete facilmente.

 

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