mercoledì 22 gennaio 2020

Se il castello è fatto di sabbia







Oggi desidero riflettere su un tema che mi sta davvero a cuore: la solidità di un testo.
Le statistiche ci dicono che sempre più persone si avvicinano alla scrittura e desiderano pubblicare le proprie opere. Molti ci riescono con i risultati più diversi. 
Dobbiamo però confrontarci con un dato di fatto: la gran parte di questi autori, o aspiranti tali, hanno una storia da raccontare ma non sono abituati a scrivere. Consapevoli di questo, tanti decidono di frequentare uno o più dei corsi disponibili sul mercato, per migliorare le proprie capacità al riguardo.
E veniamo al punto che desidero trattare qui. I corsi di scrittura vertono, di solito, su come si costruisce un romanzo, il modo migliore di strutturarlo, la creazione dei personaggi e cose di questo genere. Però spesso danno per scontato che gli utenti sappiano già scrivere bene da un punto di vista formale. La verità è che, sovente, non è così. Altre volte si sorvola sulla forma perché "tanto poi c'è l'editing".
Questo approccio ha delle controindicazioni.  Se si scrive tralasciando l'importanza di grammatica, sintassi e lessico, si finisce per delegare all'editor la scelta del linguaggio, perché il lavoro che dovrà fare andrà talmente in profondità da intervenire sul modo di esprimersi. Avremo quindi un lavoro ben fatto ma così l'autore non farà sentire davvero la sua voce al lettore.
Esiste però, ahi noi, un'altra possibilità. Il contenimento costi è un imperativo in tutti i settori produttivi e l'editoria non fa eccezione. I primi tagli che si fanno sono proprio sul lavoro di editing e correzione di bozze. Il che comporta che oggi, come mai prima d'ora, si possono trovare nelle librerie testi pieni di refusi ed errori di scrittura di ogni genere e specie.
Ecco che una buona storia, senza la solida base di una scrittura formalmente corretta, diventa come un castello di sabbia: bella ma fragile, pronta a crollare sotto la prima tempesta che si manifesta con le sembianze di un lettore attento. Non bisogna dimenticare che molti amanti dei libri sanno bene come si scrive.
Tenere sempre presente che il nome sulla copertina è quello dell'autore e se circolerà la notizia che un romanzo è scritto male, a poco varrà giustificarsi dicendo che il problema è l'editing.
Perciò cari autori, abbiate sempre cura della forma nel vostro scrivere, sappiate che il vostro editor lavora insieme a voi, non al vostro posto e così creerete solide fondamenta per il più bello dei castelli che vorrete edificare e se son prose... fioriranno.

 Eleonora Zaffino

giovedì 16 gennaio 2020

Dentro la borsa - Francesca Spanu – Edizioni La Zattera – Recensione a cura di Adriana Rezzonico






Avverto sin dalle prime righe una sottile empatia con l’autrice, alla sua prima esperienza letteraria.
La borsa di una donna è sempre colma di oggetti che svelano peculiarità di chi la indossa. Anche nella trama, Cristina e Lidia, le due protagoniste, avranno una borsa elegante, pregiata, molto vistosa che le unirà. Sarà il filo conduttore di uno spaccato di vita che accomunerà molte donne.
Il vuoto giocherà il ruolo di protagonista in questo intreccio. Lidia, riempie il suo con le parole che riversa nitide, taglienti su un foglio. Descrive il suo dolore lacerante, quello passato, legato al suo retaggio culturale e quello attuale. La mancanza di affetto della famiglia, l’ha costretta a sottrarsi alle gioie di una gioventù spensierata.
Cristina, giovane medico, vive in apnea, all’apparenza felice e appagata con un futuro definito. Le sue certezze vengono però demolite dall’incontro con Livia. Le due vite saranno scandagliate, sezionate e messe a dura prova. Ognuna di loro avrà bisogno dell’altra per ricomporre la propria esistenza, quella vera, non quella di facciata.
Il romanzo è un viaggio dentro i facili giudizi, i luoghi comuni, l’indifferenza. Un mezzo per narrare il mondo femminile che ha bisogno di un supporto ancora più forte in un periodo di significativo regresso.
Le conquiste ottenute in passato, rischiano di essere messe in discussione all’interno di un sistema vetusto e di una società ancora troppo "machista".
Le loro vite prenderanno il largo, ognuna con una rotta ben designata, grazie ai preziosi oggetti che ogni donna conserva “dentro la borsa”.