mercoledì 15 luglio 2020

Stefano Cassini intervista Davide Guaita


Essere titolare di una libreria indipendente a Milano e in un mondo sempre più popolato da grosse catene,  la possiamo definire una vocazione?

Sicuramente, sopratutto in questi ultimi dieci anni di crisi le piccole librerie sono sempre più vulnerabili e soggette a un rischio di chiusura dovuto sia alla mancanza di liquidità che alla diminuzione del volume d'affari e se non avessimo avuto questa vocazione sarebbe stato molto difficile aprire ogni giorno.

Quale ritiene siano i vostri punti forti?

Storicamente il nostro punto forte sono le continue offerte e la scontistica alta praticata al cliente, visto che siamo una delle ultime librerie remainder rimaste.

Lo spazio dedicato ai bambini è motivo di soddisfazione?

Si anzi in questi ultimi anni abbiamo allargato sempre di più la visibilità del reparto bambini con
giochi didattici e ludici.

Com'è cambiato il modo di lavorare con la pandemia?

Sia i clienti che il nostro staff sono molto attenti al distanziamento purtroppo c'è meno affluenza dovuta sia allo smart working che alla paura.

Presentazioni e firmacopie, quali sono i nuovi modi di gestire questi eventi?

Purtroppo ad oggi  non sappiamo ancora come comportarci comunque la nostra intenzione è quella di partire il prima possibile. Un saluto affettuoso Davide.

domenica 12 luglio 2020

Nella città dolente – Francesca De Blasi – Pubblicazione indipendente – Recensione a cura di Veronica Orlandini





Tutti ci siamo ritrovati a camminare a fianco a Dante e Virgilio nella ”oscura selva”, affrontando invece che tre fiere, l’analisi del pensiero dell’Immortale Poeta.

Francesca de Blasi, dopo accurati studi, ha però trovato la strada maestra per leggere la Divina Commedia, regalandoci un libro in cui essa si svela per quello che è sempre stata e che continuerà ad essere: una trilogia fantasy.

E allora eccoci, armati di coraggio nonostante le gambe tremanti, che assieme a Dante e Virgilio, discendiamo sempre di più nei gironi infernali, soffermandoci a scambiare due chiacchiere qua e là con gli illustri dannati e scoprendo sempre più qualcosa su di noi e su come è orchestrato l’Inferno.

Il lessico, più semplice rispetto all’originale, rende la lettura scorrevole e di facile comprensione per tutti e l’uso, di tanto in tanto, di una terminologia “rozza” ci fa sentire più coinvolti. 

Ho apprezzato tanto questo libro, spesso un Canto durava due giorni perché il coinvolgimento era tale che non riuscivo a resistere alla tentazione di rileggerlo. 

Consigliatissimo a tutti coloro che hanno il fegato di partire per un’avventura...infernale!

martedì 7 luglio 2020

La pace inquieta – Simone Cozzi - Panda Edizioni - Recensione a cura di Eleonora Zaffino


Ottobre 1923, a Mandello Lario, una tranquilla località sul ramo lecchese del lago di Como, già allora sede della Moto Guzzi, viene rinvenuto il cadavere di un colonnello dell’esercito brutalmente assassinato.

Il Delegato Vittorio Ripamonti, si trova di colpo con un caso importante da risolvere. Neanche il tempo di iniziare l’indagine ed ecco un’altra morte misteriosa: il suicidio del responsabile del locale ufficio postale. Ci sarà un collegamento tra questi due fatti?
 
L’Italia ha da poco vissuto la marcia su Roma e il conseguente insediarsi del governo fascista. Molte delle ferite della Grande Guerra sono ancora aperte. In tanti ne portano i segni sul corpo e nello spirito, ciascuno a suo modo, convive coi propri fantasmi. Il Delegato Ripamonti non fa eccezione.

L’autore racconta, attraverso questa storia le due anime di una nazione che si divide tra coloro che, carichi di aspettative, vogliono solo dimenticare e vivere felici e spensierati quella che, per molti aspetti, sarà una nuova era  e chi non può o non vuole dimenticare.

Si affronta un tema poco conosciuto. La difficoltà di un esercito in cui c’era una distanza profonda tra la truppa e gli alti ufficiali. Il totale disprezzo nutrito da questi ultimi verso i propri soldati portò a una gestione dello sforzo bellico, scellerata e avulsa dalla realtà, che culminò nella disfatta di Caporetto, con la conseguente immediata rimozione del Generale Cadorna dal ruolo di Capo di Stato Maggiore.

Molti reduci tornarono a casa portando con sé il rancore per i torti subiti dai loro stessi superiori. Saranno queste  dinamiche la chiave del mistero?

Vittorio Ripamonti è uomo solitario ma socievole, con la passione per la motocicletta. Un investigatore attento che ha anche la fortuna di avere dei validi collaboratori. Riuscirà a dipanare la matassa grazie a una notevole capacità di analisi rafforzata da una buona dose di intuito.

Una trama ben costruita mantiene alta la curiosità del lettore che non ha modo di annoiarsi. I momenti in cui il ritmo della narrazione rallenta, sono comunque resi interessanti da una descrizione corretta e ben fatta del tempo in cui si svolgono gli accadimenti. Tra le pagine, un occhio attento potrà scorgere la personalità dell’autore.

L’identità dell’assassino resterà un mistero fino alle ultime battute.