martedì 7 luglio 2020

La pace inquieta – Simone Cozzi - Panda Edizioni - Recensione a cura di Eleonora Zaffino


Ottobre 1923, a Mandello Lario, una tranquilla località sul ramo lecchese del lago di Como, già allora sede della Moto Guzzi, viene rinvenuto il cadavere di un colonnello dell’esercito brutalmente assassinato.

Il Delegato Vittorio Ripamonti, si trova di colpo con un caso importante da risolvere. Neanche il tempo di iniziare l’indagine ed ecco un’altra morte misteriosa: il suicidio del responsabile del locale ufficio postale. Ci sarà un collegamento tra questi due fatti?
 
L’Italia ha da poco vissuto la marcia su Roma e il conseguente insediarsi del governo fascista. Molte delle ferite della Grande Guerra sono ancora aperte. In tanti ne portano i segni sul corpo e nello spirito, ciascuno a suo modo, convive coi propri fantasmi. Il Delegato Ripamonti non fa eccezione.

L’autore racconta, attraverso questa storia le due anime di una nazione che si divide tra coloro che, carichi di aspettative, vogliono solo dimenticare e vivere felici e spensierati quella che, per molti aspetti, sarà una nuova era  e chi non può o non vuole dimenticare.

Si affronta un tema poco conosciuto. La difficoltà di un esercito in cui c’era una distanza profonda tra la truppa e gli alti ufficiali. Il totale disprezzo nutrito da questi ultimi verso i propri soldati portò a una gestione dello sforzo bellico, scellerata e avulsa dalla realtà, che culminò nella disfatta di Caporetto, con la conseguente immediata rimozione del Generale Cadorna dal ruolo di Capo di Stato Maggiore.

Molti reduci tornarono a casa portando con sé il rancore per i torti subiti dai loro stessi superiori. Saranno queste  dinamiche la chiave del mistero?

Vittorio Ripamonti è uomo solitario ma socievole, con la passione per la motocicletta. Un investigatore attento che ha anche la fortuna di avere dei validi collaboratori. Riuscirà a dipanare la matassa grazie a una notevole capacità di analisi rafforzata da una buona dose di intuito.

Una trama ben costruita mantiene alta la curiosità del lettore che non ha modo di annoiarsi. I momenti in cui il ritmo della narrazione rallenta, sono comunque resi interessanti da una descrizione corretta e ben fatta del tempo in cui si svolgono gli accadimenti. Tra le pagine, un occhio attento potrà scorgere la personalità dell’autore.

L’identità dell’assassino resterà un mistero fino alle ultime battute.

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