martedì 18 febbraio 2020

Un anno sull'altipiano - Emilio Lussu - Ed. Einaudi - Recensione a cura di Stefano Cassini




"Tra i libri sulla Prima guerra mondiale Un anno sull'Altipiano è, per me, il più bello".
Queste sono le parole che un altro grande cantore "di guerra", Mario Rigoni Stern, ha pronunciato per descrivere questo libro.
Emilio Lussu era ufficiale di fanteria della Brigata Sassari quando ventiseienne, era il mese di giugno del 1916, salì sull'Altopiano di Asiago per combattere contro l'esercito austro-ungarico. Vi rimase sino al luglio del 1917.
Un anno di duri combattimenti che non videro la vittoria di nessuno dei due schieramenti, durante il quale la Brigata verrà spostata alla Bainsizza, sul fronte orientale.
Non è una storia che parla di eroi. È il racconto della dura vita nelle trincee, tra la paura degli assalti nemici e il rischio di morire per il freddo.
Il dover obbedire a ordini assurdi, sapendo che erano impartiti da ufficiali in preda ai fumi dell'alcool, senza mai obiettare, pur avendone tutte le ragioni.
Lussu pone l'accento sull'orrore della guerra, descrivendo i sentimenti dei soldati che furono costretti a subire la grande offensiva dell’esercito asburgico, diventando involontari protagonisti della disfatta di Caporetto. Tutto a causa degli errori e delle scelte dissennate di chi li comandava senza competenza né umanità.

sabato 1 febbraio 2020

L'isola delle anime - Piergiorgio Pulixi - Ed. Rizzoli - Recensione a cura di Adriana Rezzonico









"...Un velo di foschia azzurrognola esalava dall’interno del tempio, e il cane distinse un gorgoglio d’acqua: si trattava di una fonte sorgiva da cui si era sempre tenuto alla larga, anche quando la sete lo aveva angustiato nelle ore più infernali dell’estate."
Quel luogo emanava una vibrazione sinistra. Bastò poco per rinvenire il cadavere ancora caldo e a me bastano queste poche frasi per calarmi nel nuovo romanzo di Piergiorgio Pulixi.
Mi avvicino con estrema cautela, sto per intraprendere un viaggio nelle viscere di un’isola magica e temo di violare qualcosa di intimo: la Sardegna e il fascino che traspare da ogni singola pietra, un tripudio di sensazioni che mi rapisce nell’immediato. Il potere magico si insinua prepotentemente nelle righe, alcune maschere con le corna, dalla foggia bovina, catalizzano la mia curiosità.
Il viaggio che ci propone l’autore è fatto anche di silenzi. Il respiro del vento incessante sulle coste sospinge la sabbia e l’anima di molte persone.
Una trama complessa, pregna di contrasti come le due donne protagoniste Mara Rais e Eva Croce, agli antipodi anche nei tratti somatici.
La scomparsa di una giovane donna, conferisce al thriller la giusta occasione per scoprire una realtà mai sopita e creare la complicità delle due poliziotte.
La caccia al killer diventa un’esperienza sensoriale: si avvertono gli scricchiolii dei rami secchi, lo scrosciare dei torrenti impetuosi in piena Barbagia.
L’odore del sangue si confonde con quello corposo e pungente del Fil u Ferro (noto vino) e a all’anima fiera dei Ladu, decisi a preservare le loro abitudini.

I piccoli granelli di sabbia rovente si miscelano ai brandelli di pelle sottile sotto le unghie. Bisogna far attenzione, usare l’accortezza necessaria per non risvegliare “sas animas malas”, gli spiriti malvagi.
L’autore mantiene in perfetto equilibrio l’elemento esoterico con l’aspetto psicologico delle due protagoniste e ci conduce al cuore pulsante di questa regione vitale, che mi fa scivolare gradino dopo gradino, negli avvenimenti storici.
Un mezzo per potersi addentrare in una storia poco nota,  risvegliare la curiosità e accostarsi all’anima fiera dei suoi abitanti. In questo scrigno ho riposto la mia anima. Ancora una volta Piergiorgio Pulixi conferma il suo potere narrativo e la predisposizione verso l’universo femminile. 

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