Buongiorno a
tutti voi lettori di “Se son Prose fioriranno”. Per chi non mi conoscesse, sono
Veronica Orlandini e sono una scrittrice...o cosi mi chiama la gente. Dico
questo perché non voglio avere la presunzione di darmi appellativi che magari
non mi appartengono amando sì scrivere, ma non essendo certo al livello di una
Elizabeth Brown!
Oggigiorno meglio
pesare bene le parole, specie se ci si lavora.
Quando ha iniziato a
scrivere?
Volendo
essere precisi, i miei primi scritti risalgono al cosiddetto “Diario dei
segreti” ora diventato “Diario di viaggio” ma per quando riguarda la narrativa
in sé, direi al tempo delle elementari, quando per la prima volta infilai un
foglio vergine nella macchina da scrivere di mia madre e ci trasportai con
l’inchiostro le storie che mi creavo in testa. Ho “buttato” davvero tanti fogli
prima di arrivare alla prima pubblicazione!
Nelle sue letture c'è
posto anche per generi diversi dal suo?
Assolutamente
si! Anzi ritengo che un ampio spettro diversificato di letture sia forse la
migliore base da cui partire se si vuole scrivere. Crearsi una cultura letteraria
varia, aiuta a migliorare e ampliare il proprio lessico e la capacità di
espressione oltre a capire meglio i propri gusti. Ecco perché nella mia
libreria convivono pacificamente thriller, classici, di narrativa e saggistica.
Ci sono altre passioni?
Certo:
l’equitazione, le arti marziali e l’aikido, i viaggi le passeggiate in montagna.
Mi ritengo una persona curiosa, a cui piace provare.
Pensa che il COVID-19
modificherà la relazione autore-lettore?
Questa
è una bella domanda...al momento ritengo che è ancora presto per vedere quali
saranno le ripercussioni sul mondo della letteratura anche se già ne abbiamo un
esempio: a causa della quarantena non era possibile, almeno fino a poche
settimane fa, frequentare librerie e biblioteche e ovviamente la gente si
affidava agli ebook o ai cartacei via corriere. Forse questo spingerà ancora di
più il mercato verso questo tipo di diffusione culturale. Per quanto riguarda i
generi, no, non vedo grossi mutamenti. A livello fisico? forse all’inizio
qualche titubanza ad andare alle presentazioni dal vivo o a stringere la mano
del nostro scrittore preferito ma potrebbe ridursi a un breve lasso temporale.
Quello che possiamo fare ora è aspettare e vedere, tenendoci pronti ad
adattarci.
Perché ha scritto due
libri diversi tra loro?
Innanzitutto
perché io non sono una: non esiste solo “una” Veronica Orlandini e ho opinioni
su tante cose diverse tra loro. Poi, perché forse non ho ancora capito quale
sia il mio genere come autrice o perché
non voglio averne uno solo. Ammetto che “La Senzatempo” è stato un po’
richiesto da chi mi conosce e da chi ha letto gli altri miei libri, ad esempio
“Da Diversa prospettiva”...io l’avevo in testa già da un po’, quindi ho
accettato la sfida. Direi che non mi è andata male.
Scriverò
altri libri diversi tra loro? Credo proprio di si.
Vi ringrazio per
questa intervista e grazie a coloro che la leggeranno.
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