mercoledì 3 giugno 2020

La trasparenza del camaleonte – Anita Pulvirenti - Edizioni DeA Planeta – Recensione a cura di Eleonora Zaffino

L’autrice in questa opera prima, di grande successo, affronta il tema della normalità. Sentire di non rientrare nei canoni di ciò che viene, di solito, definito come “normale”. Provare a conformarsi, per quanto possibile alle attese del mondo per essere accettati dagli altri e poter vivere, relativamente, in pace.
Questa esperienza, in modo più o meno marcata è vissuta da ciascuno di noi, in modi diversi, con maggiori o minori difficoltà.
Anita Pulvirenti ha scelto di raccontarci la storia di una donna con la Sindrome di Asperger,  una condizione che rientra nello spettro dell’autismo ma con manifestazioni più lievi.
Carminia, la nostra protagonista trascorre i primi quarant’anni della sua esistenza provando a far convivere il suo modo di essere,  con quanto richiesto dai canoni di comportamento sociali. Non sa della sua particolare “condizione” e quindi cerca di fingersi per quanto le è possibile un po’ più simile a quello che ci aspetta da una persona comune.
Deve tenere molti comportamenti che per lei sono innaturali. Gli Asperger non sono empatici né riescono a cogliere le battute ironiche o i doppi sensi. Sono molto intelligenti e lei trova una soluzione, per quanto parziale. Va a scuola di recitazione e impara a sembrare come gli altri, per quanto può. Si mimetizza come un camaleonte.
Soffre perché, anche per chi manca di empatia, il bisogno di accettazione è una costante nell’esistenza umana.
Un giorno incontra una psicologa che coglie nel segno, facendo la giusta diagnosi. A quel punto Carminia capisce che non è poi così sola. Ci sono tante persone con caratteristiche simili alle sue e questa meravigliosa scoperta le dà due nuove certezze. La prima è che lei non è malata. Una sindrome è uno stato di fatto, qualcosa che non può passare. L’altra è che ognuno di noi ha la propria normalità e avere l’Asperger è la sua.
La precisa costruzione del personaggio di Carminia, ci dice che l’autrice ha approfondito la conoscenza della Sindrome di Asperger. La scrittura, scorrevole e diretta, sa mantenere alta l’attenzione del lettore.
Io però non ho visto in Carminia una donna che ha la Sindrome di Asperger. In lei ci siamo tutti noi. La sua crescita e il suo cammino verso la coscienza e l’accettazione di se è patrimonio di chiunque vorrà farne un momento di riflessione ma anche un punto di partenza verso un modo più sereno di guardare noi stessi e il mondo.
I libri che preferisco sono quelli che raccontando una storia offrono occasioni per riflettere su cose che abbiamo sempre sotto gli occhi ma che spesso non vediamo. Questo è uno di quei libri.

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