L’autrice in questa opera prima, di grande successo, affronta
il tema della normalità. Sentire di non rientrare nei canoni di ciò che viene,
di solito, definito come “normale”. Provare a conformarsi, per quanto possibile
alle attese del mondo per essere accettati dagli altri e poter vivere,
relativamente, in pace.
Questa esperienza, in modo più o meno marcata è vissuta da
ciascuno di noi, in modi diversi, con maggiori o minori difficoltà.
Anita Pulvirenti ha scelto di raccontarci la storia di una
donna con la Sindrome di Asperger, una
condizione che rientra nello spettro dell’autismo ma con manifestazioni più
lievi.
Carminia, la nostra protagonista trascorre i primi
quarant’anni della sua esistenza provando a far convivere il suo modo di
essere, con quanto richiesto dai canoni
di comportamento sociali. Non sa della sua particolare “condizione” e quindi
cerca di fingersi per quanto le è possibile un po’ più simile a quello che ci
aspetta da una persona comune.
Deve tenere molti comportamenti che per lei sono innaturali.
Gli Asperger non sono empatici né riescono a cogliere le battute ironiche o i
doppi sensi. Sono molto intelligenti e lei trova una soluzione, per quanto
parziale. Va a scuola di recitazione e impara a sembrare come gli altri, per
quanto può. Si mimetizza come un camaleonte.
Soffre perché, anche per chi manca di empatia, il bisogno di
accettazione è una costante nell’esistenza umana.
Un giorno incontra una psicologa che coglie nel segno,
facendo la giusta diagnosi. A quel punto Carminia capisce che non è poi così
sola. Ci sono tante persone con caratteristiche simili alle sue e questa
meravigliosa scoperta le dà due nuove certezze. La prima è che lei non è
malata. Una sindrome è uno stato di fatto, qualcosa che non può passare.
L’altra è che ognuno di noi ha la propria normalità e avere l’Asperger è la
sua.
La precisa costruzione del personaggio di Carminia, ci dice
che l’autrice ha approfondito la conoscenza della Sindrome di Asperger. La
scrittura, scorrevole e diretta, sa mantenere alta l’attenzione del lettore.
Io però non ho visto in Carminia una donna che ha la Sindrome
di Asperger. In lei ci siamo tutti noi. La sua crescita e il suo cammino verso
la coscienza e l’accettazione di se è patrimonio di chiunque vorrà farne un
momento di riflessione ma anche un punto di partenza verso un modo più sereno
di guardare noi stessi e il mondo.
I libri che preferisco sono quelli che raccontando una storia
offrono occasioni per riflettere su cose che abbiamo sempre sotto gli occhi ma
che spesso non vediamo. Questo è uno di quei libri.
Nessun commento:
Posta un commento