Aldo Cazzullo fa
una raccolta di storie sulla Grande Guerra. Uomini e donne, i nostri nonni
appunto, si alternano fra queste pagine grazie a lettere, diari e testimonianze
per spiegarci cosa accadde nei luoghi che i libri di storia non ci hanno
raccontato
Troviamo Maria Bergamas,
la donna che "scelse" il Milite Ignoto, e Gabriele D'Annunzio, con i
suoi proclami da guerrafondaio. Gli
Arditi, e le loro efferate azioni, il medico italiano, raccontato dal maestro
di scuola Rodolfo Bolner, suo attendente
e di cui ha taciuto il nome, gran seduttore in Galizia.
Ci sono poi i
racconti delle crocerossine al fronte che si alternano con quelli delle
prostitute. Un capitolo è dedicato ai "Grandi personaggi" che
all'epoca non erano ancora tali: sono presenti, Angelo Roncalli - poi Papa
Giovanni XXIII - sergente nella terza compagnia di sanità, e Benito Mussolini.
Il futuro Duce,
interventista della prima ora, partì volontario e divenne caporale
dell'undicesimo reggimento bersaglieri. Essendo stato ferito farà circolare leggende riguardo a quei momenti: si disse che
avrebbe rifiutato l'anestetico mentre gli venivano estratte le schegge e che l'ospedale
in cui si trovava sarebbe stato bombardato perché gli austriaci lo ritenevano
un irriducibile nemico.
Già allora sapeva
come abbindolare le folle. Studi successivi lo avrebbero sbugiardato, ma questa
è un'altra storia.
Lo stesso si può
dire per il suo omologo Adolf Hitler che rifiutò di arruolarsi nell'esercito
austro-ungarico, ritenendo la sua patria inquinata dal miscuglio con i popoli
dell'est Europa, preferendo la divisa germanica; anche lui dipingerà quel
periodo con maestria per conquistarsi la simpatia le folle.
Fra gli altri
grandi nomi che incontriamo ci sono, per esempio, Charles De Gaulle e Josip
Brozche divenne il dittatore jugoslavo Tito.
Sono circa una ventina di storie, alcune corredate di lettere che l'autore riporta nella grafia originale, dove il dramma vissuto in quei tristi anni viene a galla nella sua durezza; ma ci sono anche storie a lieto fine per farci capire che non tutto è andato storto.
Sono circa una ventina di storie, alcune corredate di lettere che l'autore riporta nella grafia originale, dove il dramma vissuto in quei tristi anni viene a galla nella sua durezza; ma ci sono anche storie a lieto fine per farci capire che non tutto è andato storto.
È storia d'Italia,
quella che Cazzullo ci narra con la sua abile penna di giornalista, e lo fa
anche grazie alle testimonianze di chi ha avuto nonni o, addirittura, bisnonni,
tra gli attori, loro malgrado, del conflitto.
Chiudo con un'avvertenza: la prime due pagine sono già un pugno allo stomaco; asciugate le lacrime e continuate a leggere perché ne vale veramente la pena e poi, così è capitato al sottoscritto, gli occhi umidi potrebbero farvi compagnia in altri momenti.
Buona lettura
Chiudo con un'avvertenza: la prime due pagine sono già un pugno allo stomaco; asciugate le lacrime e continuate a leggere perché ne vale veramente la pena e poi, così è capitato al sottoscritto, gli occhi umidi potrebbero farvi compagnia in altri momenti.
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