giovedì 5 dicembre 2019

Torna a casa lessico




È opinione diffusa, e condivisibile, che per imparare a scrivere sia fondamentale leggere tanto. Ne discende un’implicazione di un certo peso.
Quando pubblichiamo un testo, dobbiamo essere consapevoli del fatto che insieme al racconto di una storia, stiamo fornendo ai nostri lettori uno strumento importante. Ci troviamo, in maniera indiretta, a insegnare loro come scrivere.
Questo ruolo implicito nell’attività di uno scrittore ha delle conseguenze.
La scrittura deve essere accurata sotto ogni profilo.  La nostra trama deve essere verosimile e credibile, il contesto va inquadrato correttamente, servono ritmo e musicalità. Ma non dobbiamo mai dimenticare le regole di base della scrittura che valgono sempre.
Che si stia lavorando a “Guerra e Pace” o a un post sulle piattaforme internet, bisogna scrivere bene: grammatica, sintassi e lessico devono essere corretti.
L’uso di un lessico inappropriato che, ahimè, si trova anche in romanzi già pubblicati, è una nota davvero dolente.
Mi è capitato di incontrare, ad esempio, “fatalità” al posto di “fatalismo”  oppure “idrovora” invece di “idropompa”.  Capite che il significato è del  tutto diverso.  E potrei  citare molti altri casi. Curare questo aspetto è necessario, abbiamo una responsabilità verso chi ci legge.
Rivolgo quindi un accorato appello: “Tona a casa lessico!”.

Eleonora Zaffino

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