lunedì 11 maggio 2020

Adriana Rezzonico intervista Andrea Donaera








Cari amici lettori, oggi ho un appuntamento intrigante: mi attende Andrea Donaera  con la sua ultima fatica letteraria edita da NN Editore

Buongiorno, Andrea e grazie per aver accolto il mio invito.

- Chi era e chi è Andrea Donaera?

Salve a voi! Quando mi viene posta questa domanda mi piace scherzare partendo dal nome che mi è stato dato: se lo si anagramma viene fuori “Andrea o Andrea”. Ecco, un nome senza scampo: sono stato e potrò essere soltanto “Andrea”. Tralasciando però gli scherzi: sono semplicemente una persona che vive con la consapevolezza che l’identità è un concetto mobile, mobilissimo, viscoso.

- Quale parte di questa tua opera “Io sono la bestia”, ti ha lasciato un’emozione forte?

Se ci riferiamo alla storia, beh, l’emozione più forte è stata quando ho iniziato a scrivere il personaggio di Mimì: pensavo i suoi pensieri in dialetto, e simultaneamente traducevo, mettendo su pagina questi pensieri strani, scomposti, in un italiano tradotto frettolosamente dalla mia lingua-madre dialettale. Leggere per la prima volta cosa ne veniva fuori – e provare soddisfazione – è stata un’emozione forte: una delle poche volte nella mia vita in cui ho pensato “Dai, ‘sta cosa che stai facendo forse è buona”.

- La tua cover esorta ad alcune considerazioni: chi ne è l’artefice e quale percorso si cela dietro?

In copertina c’è un’opera della fotografa statunitense Jenny Woods. Io e la mia compagna l’abbiamo trovata praticamente per caso, vagando su Instagram. Mi è sembrata sin da subito un’immagine perfetta, perché intensa e ambigua, feroce ma tenera – un po’ come la storia che avevo provato a scrivere. Così l’ho proposta alla mia casa editrice. Dopo un po’ di prove (c’erano altre foto papabili) ci siamo tutti resi conto che quella non poteva non essere la cover del libro.

- Chi è Mimì?

Mimì è il nero che abita dentro di noi: quell’abitante perturbante che non vogliamo ammettere di nascondere sotto il letto. Sant’Agostino diceva che il Male non esiste: il Male in realtà è l’assenza di Bene. Ecco, quella assenza di Bene può verificarsi in ognuno di noi, credo. E Mimì è quell’ assenza, quell’inciampo.

- Cosa consiglieresti a chi vorrebbe scrivere?

Se qualcuno vuole scrivere deve farlo: col tempo mi sono reso conto che questa non è una banalità, poiché ho scoperto che molte persone vorrebbero scrivere, vorrebbero davvero, ne sentono la pulsione e in un certo modo la necessità, ma per una qualche strana forma di pudore/insicurezza non lo fanno. La scrittura è una pratica che ci appartiene (oso dire: oramai antropologicamente, in questo secolo di post, tweet e chat), perché il narrare (anche narrare solamente le proprie emozioni) è in prima istanza fondamentale per porre razionalmente ordine nella realtà che esperiamo. Quindi: buttarsi, tuffarsi tra i tasti e il Documento bianco  o tra l’inchiostro e il foglio vuoto.

- Ti ringrazio per avermi fatto entrare nel tuo mondo e consiglio al nostro pubblico di leggere “Io sono la bestia”, ne rimarranno affascinati.

Grazie a te!

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