martedì 3 marzo 2020

Stupor mundi et immutator mirabilis







Ascolto il rumore della pioggia. Dopo un lungo periodo di siccità, Giove Pluvio ci viene in soccorso e prova a ripulire un po’ quest’aria sporca e maleodorante. Me ne sto sulla mia poltrona avvolta nella solita coperta.  Sul divano lì accanto c’è il mio Amore, sempre con me. Mi sento stanca, proviamo a guardare un telefilm americano che, tempo fa, mi sembrava carino. Non posso fare a meno di notare la pochezza dei dialoghi, le solite frasi ripetute ogni volta e mi chiedo se sia a causa della sceneggiatura o del doppiaggio.
Un linguaggio scontato che m’infastidisce più del solito, è proprio un’insopportabile ”americanata”.
Lo so, più passa il tempo e più divento esigente, effetti collaterali che si manifestano quando ci si occupa di revisione del testo.
Per fortuna però ci sono anche opere che mi riconciliano con la scrittura. Ho appena letto “Il colore dell’anima” di Sonia Morganti.  Un racconto storico breve giunto in finale alla XX edizione del Concorso nazionale di poesia e narrativa “Guido Gozzano”.
La storia d’amore tra Federico II di Svevia e Bianca Lancia – l’unica donna che egli abbia davvero amato – raccontata dal punto di vista di lei. L’autrice è nota agli amanti del genere storico grazie ai romanzi “Calpurnia l’ombra di Cesare” e “Il magnifico perdente”. Si conferma portatrice di uno stile elegante ma accessibile che sa colpire la sensibilità del lettore. Qui il suo modo di raccontare l’amore è un po’ più “terreno” del solito ma non perde mai la classe che noi, suoi affezionati, conosciamo molto bene.
Un’autrice che, non mi stancherò mai di dirlo, merita una platea molto più vasta e sono certa che l’avrà.
Io resto sintonizzata in attesa di nuove sorprese.

Eleonora Zaffino

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